La Vicesegretaria regionale del Partito Democratico Nicoletta Gentile interviene sul disagio giovanile e la in attuazione della legge regionale n. 27/2022, istitutiva del servizio di psicologia scolastica.
Non c’è giorno in cui non assistiamo a vicende di violenze e omicidi tra giovani, giovanissimi oserei dire bambini per futili motivi, ancora non c’è giorno in cui la cronaca non ci consegna storie di suicidi di giovani: vite spezzate.
Ogni giorno in Italia un adolescente, o preadolescente, cerca di togliersi la vita. E 100 mila ragazzi vivono isolati, senza alcuna interazione sociale con il resto del mondo. A fronte di queste cifre dal 2020 ad oggi le richieste di consulenze specialistiche da parte di bambini dai 9 ai 17 anni sono aumentate di 40 volte.
Il 49,4% dei giovani italiani tra i 18 e i 25 anni ha affermato di avere sofferto di ansia e depressione a causa dell’emergenza sanitaria. Per la stessa ragione, il 62,1% ha cambiato la propria visione del futuro. Sono solo alcuni dei dati emersi dal Rapporto “Generazione Post Pandemia: bisogni e aspettative dei giovani italiani nel post Covid 19”, elaborato in collaborazione con Censis, Consiglio nazionale dei giovani e Agenzia nazionale dei Giovani.
L’adulto, sia in famiglia sia a scuola, ha il dovere di fornire ai propri piccoli gli strumenti adeguati per essere efficaci nella quotidianità e nella vita, per riuscire a dare loro la possibilità di sperimentare in autonomia e con consapevolezza, permettendo loro di accedere alle proprie risorse interiori, e riducendo in questo modo anche il rischio di suicidio. L’adolescenza è un periodo delicato e vulnerabile ma non trova la causa nel fatto che ci sia qualcosa di squilibrato nella mente dei ragazzi.
Gli esperti ci dicono che in adolescenza, quando un giovane arriva a pensare di mettere in atto l’idea del suicidio, sta sperimentando un dolore mentale insopportabile e non riesce a trovare altre valide alternative alla morte. Emerge un pensiero dicotomico: o il dolore si risolve immediatamente e completamente oppure l’unica scelta possibile è il suicidio.
Ebbene la politica non può tacere, non può assistere inerme a tanto disagio, mi viene da pensare che questi nostri ragazzi stiano lanciando, meglio stiano gridando un urlo: MA CI VEDETE?
Non si può fingere di non vedere, non si può sempre e solo credere di potersi lamentare dei comportamenti rischiosi dei ragazzi senza sentirsi chiamati in causa in prima persona.
Per far comprendere quanto sia importante ascoltare i ragazzi e intervenire per intercettare il disagio prima che diventi un disturbo, dobbiamo intraprendere azioni concrete.
Il consiglio regionale nella scorsa legislatura ha approvato una legge regionale istitutiva della psicologia scolastica.
Con la legge regionale n. 27/2022 si prevede per l’appunto il servizio di psicologia scolastica che punta a supportare sia le istituzioni scolastiche che le famiglie.
L’intervento è finalizzato a mettere a disposizione della famiglia quelle conoscenze che la pongano in grado di sviluppare in modo pieno e consapevole la sua funzione educativa.
Rispetto al mondo della scuola la consulenza punta a fronteggiare e prevenire i fenomeni di insuccesso formativo, di abbandono, di dispersione scolastica e di disagio giovanile quali il bullismo, i disturbi alimentari, le dipendenze contribuendo al miglioramento della vita scolastica.
La presenza di esperti a scuola è indispensabile e anche auspicabile col fine di lavorare sull’apprendimento per regolare le emozioni, per tollerare la sofferenza, per lavorare sulla consapevolezza e per migliorare le relazioni interpersonali.
Questa legge vuole rappresentare un punto di partenza per disegnare un modello di ascolto e di lettura dei disagi adolescenziali al fine di dare risposte appropriate e tempestive, con il supporto di figure professionali e l’attivazione di una risposta all’interno del territorio.
Ma perché il servizio non è partito? Eppure sono state anche impegnate le somme occorrenti, circa € 100.000,00 euro annui per l’attivazione del servizio.
La risposta è semplice e inquietante: a distanza di due anni non è stato ancora adottato il regolamento attuativo per l’organizzazione del servizio previsto all’interno della legge che doveva essere approvato entro 90 giorni dalla sua entrata in vigore.
Stiamo aspettando, che il disagio diventi emergenza?
Si tratta di attuare una norma di civiltà, una norma che dà il senso di avere cura dei cittadini che si governano, di avere quella giusta attenzione verso i ragazzi con l’atteggiamento del buon padre di famiglia.
Ma questo governo regionale ci sta abituando all’inerzia, si aspetta con indolenza ingiustificata il tempo che trascorre inesorabile, e nel frattempo il problema diventa emergenza, e questo è un film senza il secondo tempo.
Vicesegretaria regionale PD Basilicata
Nicoletta Gentile